Ugo Riva nasce il 9 agosto del 1951 a Bergamo, città in cui si è formato il genio di uno dei maestri riconosciuti del 900 italiano: Giacomo Manzù. Come Manzù, Ugo Riva è sensibile alla grazia e attento alle proporzioni della classicità. E come Manzù la scelta dei temi cade spesso sulla donna e su soggetti religiosi. La classicità è intesa da Riva come sorgente viva e vivificante da cui attingere emozioni e sentimenti da rivivere e da fare propri; la sua scultura è pervasa dalla devozione per la Rinascimentale ricerca della perfezione. Il suo lavoro presta particolare attenzione al grande artista del Rinascimento Piero della Francesca e al legame tra madre e figlio, un tema ricorrente nell'opera di Ugo. Donne in tutte le possibili espressioni: donna in carriera, sorella, amante, madre hanno una profonda influenza sull'artista. Sono talvolta poste su un trono, talvolta casualmente sedute o, infine, quasi sorprese, in preziosi tabernacoli. La contemporaneità diventa l'oggetto del suo interesse e nel "raccontarla" la sua attenzione è sempre rivolta ai sentimenti e alle pulsioni che disegnano il contorno di una vita umana pienamente vissuta. E' per questo che egli rappresenta l'amore nelle sue infinite dimensioni: la sensualità, la maternità, l'angosciante solitudine del singolo. Con i suoi soggetti Riva cerca di registrare il clima di inquietudine e contraddizione in cui vive l'uomo contemporaneo, sospeso tra l'affermazione di se stesso e il sentimento della morte. Riva nasconde dietro l’apparente armonia di un’impostazione classica i tormenti e le tensioni dell’età contemporanea.