Ercole Pignatelli nasce a Lecce nell'aprile del 1935. Negli anni ’50 è a Milano, capitale indiscussa dei nuovi fermenti artistici e culturali, e qui Pignatelli frequenta i luoghi giusti (quelli di Brera) e conosce i maestri italiani come Migneco e Virgilio Guidi (che scriverà per lui brevi ma appassionate righe di presentazione). Al Bar Giamaica, dove erano assidui pittori, poeti e critici, Pignatelli ha modo di stringere rapporti con Salvatore Quasimodo, Giorgio Kaisserlian, Lucio Fontana, Ugo Mulas, Piero Manzoni, Milena Milani. Conosce il movimento culturale milanese del quale presto si trova a condividere gli interessi di rinnovamento. Carlo Cardazzo si interessa a questi personaggi scarmigliati, fulminati come dalla corrente elettrica e posti in ambienti inquietanti e acquista mensilmente varie tele, divenendo così il suo primo mercante. Peppino Palazzoli, collezionista e poi direttore della Galleria Blu, gli commissiona alcuni dipinti. Nel novembre 1954 a Milano Pignatelli vince il Premio San Fedele per i giovani, che gli viene consegnato da Carlo Carrà. Da questo punto il percorso artistico di Ercole Pignatelli diverrà ricco e appagante di riconoscimenti a livello internazionale. Tra il 1958 e il 1974 le sue opere saranno esposte, tra le varie sedi, a New York, Venezia, Milano, Torino, Philadelphia, Taipei, Tokyo, Salisburgo, Bucarest e San Francisco. Importante la retrospettiva del 1974 a Milano e i lavori esposti al Parlamento Europeo a Strasburgo nel 2000. Ercole Pignatelli, inoltre, è stato due volte invitato ad esporre alla Biennale di Venezia. Attualmente vive e lavora a Milano. Negli anni scrivono per lui grandi firme italiane e internazionali, Raffaele Carrieri, Tommaso Trini per arrivare al grande guru del “nuovo realismo” in Francia (con gli artisti Arman, Rotella, Spoerri e altri) Pierre Restany, che ha anche curato un volume a lui dedicato in occasione di una personale. I soggetti degli ultimi decenni sono le “oasi”, i “basamenti” (di derivazione barocca), i potenti, ispirati e suggestivi “nocturna lucent” e le “acrobati”, che rivelano un sentito amore per Picasso, l’artista a cui maggiormente si ispira Pignatelli. Le marine e i paesaggi della terra nativa sono particolarmente cari al maestro anni. Egli ha dato prova di questo suo profondo attaccamento con un’importante donazione di opere (che vanno dagli anni ’50 ai giorni nostri) al Comune di Lecce che le ha esposte in tre grandi sale del Castello di Carlo V.