Luca Pignatelli è nato il 22 giugno 1962 a Milano, dove vive e lavora. Figlio di Ercole, pittore e scultore apprezzato, ha da lui appreso la passione e il mestiere di pittore. Il suo approccio al mondo dell’immagine avviene attraverso l’architettura quando intuisce l’analogia tra la composizione architettonica e la pittura, dando vita a una serie di paesaggi caratterizzati dalla visione di un mondo poeticamente minacciato. Le prime mostre milanesi precedono la personale di Londra del 1991 al Leighton House Museum, mentre già a Francavilla al Mare nel 1988 aveva partecipato al Premio Michetti. Le tonalità cupe si accompagnano all’attenzione per il dettaglio architettonico in un’atmosfera sospesa che troverà la sua più riuscita espressione nella scelta del supporto su cui fissare tali memorie: i teloni ferroviari degli anni trenta. La figurazione dei primi anni si alleggerisce di particolari via via avvolti dalla memoria, compaiono i primi treni e i volti di Afrodite arricchiti dal fascino dei drappi che ne sovrastano i volti o dalle cuciture della canapa che ne accentuano la dimensione poetica. La mostra del 1998 nella Galleria Poggiali e Forconi è il primo vero riassunto di anni di ricerca improntate sul realismo visionario di aerei da guerra, mezzi pesanti e locomotive descritti come simboli di potenza e metafore dell’idea del tempo. La partecipazione alla Fiera di Basilea, dopo che già la rivista Arte gli aveva dedicato la copertina nel 1996 e la vittoria del Premio Cairo Comunication del 2000 ne focalizzano la statura. Nel 1999 espone alla Capricorno Gallery di Capri, a San Francisco presso la Limn Gallery e a Milano alla fondazione Mudima con testo di catalogo introdotto da Achille Bonito Oliva; l’anno successivo a New York con testo in catalogo di Donald Kuspit. Nel 2002 è invitato da Marco Di Capua al Museo del Corso a Roma, ancora al Museo della Permanente di Milano per il Premio Cairo Comunication, alla Galleria d’Arte Moderna di Udine introdotto da Luca Beatrice ed Alessandro Riva. Ancora il critico milanese lo inserisce come uno degli artisti di punta, assieme a Giovanni Frangi, nella mostra La nuova scena artistica italiana, che si presenta alla Biennale di Venezia del 2003. All’architettura moderna si affianca l’indagine di quella archeologica dei templi romani e di Pompei, come testimonia il catalogo ufficiale della biennale veneziana. La frequentazione degli ambienti newyorkesi, legati al respiro internazionale che ha ormai assunto la figura di Luca Pignatelli, lo mettono in contatto con personalità quali Carlo Maria Mariani, ormai da anni negli USA, con il quale nasce un sodalizio artistico che da vita all'esposizione On The Appian Way nella Galleria Poggiali e Forconi di Firenze nel maggio del 2004. Nel 2005 ha esposto alla Galérie Daniel Templon di Parigi e nel 2006 alla Galerie Davide Di Maggio a Berlino, White Box e Ethan Cohen Fine Arts a New York. Nel 2009 ha partecipato con successo alla 53° edizione della Biennale d’Arte di Venezia.