Carlo Ramous e’ nato a Milano il 2 giugno 1926; scultore, ha studiato al Liceo Artistico di Bologna e all’Accademia di Belle Arti di Brera, nella scuola di Marino Marini, che gli ha inculcato l’amore per le forme statiche ed architettoniche. Dal 1946 espone le sue prime opere d’ispirazione antropomorfa, liberamente ispirate a Boccioni, Fontana e Melotti. Ma presto si impone sulla scena della scultura astratta italiana. Il suo nome e’ presente oltre 300 volte in tutto il mondo con mostre personali e nelle grandi rassegne internazionali: alla Biennale di Venezia nel 1958, 1962, 1972; alla Biennale di S. Paolo del Brasile nel 1961; alla Quadriennale di Roma nel 1955, 1959,1973; alla Triennale di Milano nel 1954 e nel 1960; alla Biennale Internazionale di Anversa nel 1965 e nel 1973. Parte importante della produzione di Ramous sono le sculture urbane, numerose in tutto il mondo. Attitudine costruttiva e rigore lineare di definizione del manufatto plastico risultano subito elementi riconoscibili della sua opera; altri due caratteri vengono a specificarne precocemente la singolare costituzione: l’esplorazione, o più esattamente la messa in evidenza, dei materiali dal legno ai metalli come componenti ineliminabili di ogni fisica geometria. Presenza plastica e tensione dinamica convivono insieme, subendo ogni volta una complessione strutturale che sembra sfidare rigidità, pesantezza e inerzia dei materiali. Nel paesaggio urbano di diverse città europee le sculture di Ramous si rivelano incagli percettivi dotati di un’immediata capacità di esprimere simboli primari e riconoscibili. Misurano anche il tempo. La variazione della luce di ogni giorno delle stagioni ne modella evidenze e suggestioni particolari. Basti ricordare le sculture che hanno lasciato una traccia indelebile nella sua città natale: la Finestra nel cielo in Piazza Miani (1968), in Piazza della Conciliazione Gesto per la Libertà (1972), il Monumento per i Caduti dell’Isola, in Via Sassetti (1972). Accanto alle sculture di grandi dimensioni Ramous elabora la sua ricerca continua anche in numerose serie di bozzetti. Meno nota ma non meno importante è la pittura di Ramous, nella quale arricchisce di nuovi elementi la sua fervida creatività, sempre innovativa e di respiro internazionale. In essa si possono ravvisare le fonti dell’informale, dell’impressionismo, del simbolismo. Ramous anche nella pittura inserisce spesso metalli, legni, stoffe, carte, riuscendo a coniugare pittura e scultura armoniosamente come raramente accade ad altri artisti. È morto a Milano il 16 novembre 2003.